Nella classifica delle malattie più pericolose, quelle cardiovascolari (ovvero quelle che interessano il cuore e/o i vasi sanguigni) occupano da tempo il primo posto. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, a causa di questo tipo di patologie ogni anno muoiono circa 18 milioni di persone: ciò significa che 1 decesso su 3 è causato da una malattia cardiovascolare (nell’85% dei casi si tratta di un infarto miocardico o di un ictus).01
Oltre a essere potenzialmente letali, le malattie cardiovascolari possono provocare disabilità e peggiorare lo stato di salute complessivo delle persone colpite, comportando costi enormi per i sistemi sanitari.02
La buona notizia è che la maggior parte delle malattie cardiovascolari può essere prevenuta. Alla loro origine, infatti, ci sono comportamenti poco salutari che però possono essere corretti. I più importanti tra questi sono:
Questi comportamenti hanno conseguenze negative importanti sul corpo umano che col tempo determinano lo sviluppo di una serie di altri fattori di rischio (detti intermedi) che segnalano al nostro medico che qualcosa non sta andando per il verso giusto ed è necessario intervenire.01
I più importanti fattori di rischio intermedi sono:
Per prevenire le malattie cardiovascolari, quindi, è importante tenere sotto controllo questi fattori di rischio intermedi e intervenire il più rapidamente possibile, modificando i 4 comportamenti scorretti che abbiamo descritto in precedenza e, in alcuni casi, intervenendo con farmaci specifici.
Analizziamo ora più nel dettaglio 3 fattori di rischio intermedio molto comuni: l’ipercolesterolemia, l’ipertrigliceridemia e l’ipertensione arteriosa.
Prima di parlare di ipercolesterolemia è bene conoscere meglio il colesterolo. Si tratta di un grasso (lipide) fondamentale per la salute dell’uomo: è un costituente delle membrane di tutte le cellule ed è indispensabile per la sintesi di diversi ormoni e della vitamina D.03
Il nostro organismo è capace di produrre il colesterolo, la cui sintesi avviene nel fegato. Tuttavia, una buona parte del colesterolo presente nel nostro corpo deriva da quello che mangiamo: sono ricchi di questo grasso alcuni tipi di alimenti di origine animale come carne, salumi, burro, formaggi stagionati e tuorlo d’uovo. Frutta e verdura, invece, ne sono del tutto prive.03
Il colesterolo viene trasportato nel sangue dalle lipoproteine, particelle composte (come dice il loro nome) da molecole di lipidi e da proteine. I due tipi di lipoproteine più importanti sono:
Si parla di ipercolesterolemia quando livelli totali di colesterolo (LDL + HDL) nel sangue superano i 200 mg/dl.03
L’ipercolesterolemia è pericolosa perché il colesterolo in eccesso, in un processo detto “aterosclerosi”, si deposita nella parete delle arterie, dando origine col tempo a placche che ostacolano il flusso sanguigno e riducono la quantità di ossigeno che arriva ai tessuti. In alcuni casi queste placche possono rompersi, formando un trombo che può ostruire completamente il vaso. A seconda di quale sia l’arteria interessata e del grado di ostruzione, dall’aterosclerosi possono originarsi malattie cardiovascolari molto differenti, come l’angina pectoris, l’infarto miocardico o l’ictus ischemico.03
In alcuni casi l’ipercolesterolemia ha origini genetiche. In genere, però, l’eccesso di colesterolo è dovuto a una dieta scorretta ed è spesso presente in persone sedentarie o con sovrappeso/obesità. Per questo motivo la prevenzione dell’ipercolesterolemia si basa su:
A volte, però, questi interventi sullo stile di vita non sono sufficienti e il medico potrebbe decidere di prescrivere un farmaco per la riduzione del colesterolo.03
Quando i livelli di trigliceridi nel sangue sono troppo elevati si parla di ipertrigliceridemia, un altro importante fattore di rischio cardiovascolare.04
I trigliceridi sono i grassi presenti in maggiore quantità nel corpo umano e sono utilizzati come efficiente riserva di energia.04 Sebbene i trigliceridi derivino prevalentemente da ciò che mangiamo, il nostro fegato è in grado di sintetizzarli a partire dagli zuccheri e da altri lipidi.04
Come il colesterolo, anche i trigliceridi sono trasportati nel sangue da specifiche lipoproteine (le TRL, lipoproteine ricche di trigliceridi); in questo modo raggiungono i muscoli (dove sono utilizzati come fonte energetica) e il tessuto adiposo (nel quale vengono accumulati e conservati dopo essere stati trasformati in lipidi più semplici). Quando le richieste energetiche dell’organismo non riescono a essere soddisfatte dagli zuccheri, il tessuto adiposo rilascia trigliceridi che vengono distribuiti agli organi che ne hanno bisogno.04
L’ipertrigliceridemia è un fattore di rischio cardiovascolare perché i trigliceridi, proprio come il colesterolo, possono contribuire allo sviluppo dell’aterosclerosi.04
Per questo i cardiologi raccomandano che i livelli di trigliceridi nel sangue non superino i 150 mg/dl.05
In alcune persone l’ipertrigliceridemia ha un’origine genetica, ma nella maggior parte dei casi è dovuta a una dieta scorretta, ricca di grassi saturi e di carboidrati (pane, pasta, riso e dolci). L’ipertrigliceridemia è spesso associata anche a sovrappeso, obesità e sedentarietà.04
Per questi motivi, la prima cosa da fare quando i livelli di trigliceridi sono troppo alti è modificare la propria dieta, riducendo l’apporto calorico complessivo, i grassi animali, i carboidrati, gli zuccheri e l’alcol, e aumentando il consumo di verdure. Un’altra potente arma contro l’ipertrigliceridemia è l’attività fisica, specialmente quella aerobica svolta a media intensità.04
In genere queste modifiche dello stile di vita risultano molto efficaci. In caso non lo fossero, i medici hanno a disposizione diversi farmaci per il trattamento dell’ipertrigliceridemia.04
Il cuore è una pompa che, contraendosi, spinge il sangue all’interno dei vasi e lo fa circolare. Il cuore, quindi, esercita, ad ogni battito, una pressione sul sangue: se questa pressione è eccessiva si parla di “ipertensione arteriosa”, un fattore di rischio per diverse malattie cardiovascolari.06
La pressione arteriosa si misura con uno strumento detto sfigmomanometro (presente in ogni ambulatorio medico) che restituisce due parametri:
Si parla di ipertensione quando la pressione arteriosa sistolica supera i 120 mmHg e quella diastolica gli 80 mmHg.06
L’ipertensione in genere non causa alcun sintomo e può agire per anni senza essere rilevata. Tuttavia, una pressione arteriosa elevata può danneggiare diversi organi del corpo umano e aumentare il rischio di infarto miocardico e di ictus.07
In particolare, l’ipertensione costringe il cuore a un super lavoro e questo ne può causare l’ingrossamento, la perdita di funzionalità (insufficienza cardiaca) e, specie in presenza di aterosclerosi, l’infarto.08
L’ipertensione danneggia anche i vasi sanguigni: può causarne la deformazione (aneurisma) o la rottura (emorragia).08
L’ipertensione può essere causata da alcune specifiche malattie come la nefropatia, il diabete, la sindrome di Cushing e il lupus eritematoso sistemico. Anche alcuni farmaci, come gli antinfiammatori, il cortisone e le anfetamine, possono provocare ipertensione. Tuttavia, nella maggior parte dei casi l’ipertensione è provocata da abitudini scorrette.07
Il fumo, in primo luogo, che agisce rendendo più rigide le pareti dei vasi sanguigni. Oppure l’eccessivo consumo di sale, che provoca un aumento del volume del sangue e, di conseguenza, l’aumento della pressione arteriosa.
Inoltre, anche la presenza di ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia può aumentare il rischio di ipertensione, a causa del loro legame con l’aterosclerosi. La presenza di una placca aterosclerotica in un vaso, infatti, costringe il cuore a pompare con maggiore forza per superare l’ostacolo.
Per minimizzare il rischio di ipertensione o ridurne l’entità bisogna in primo luogo smettere di fumare e ridurre il consumo di sale. In secondo luogo, però, è necessario adottare strategie capaci di ridurre il rischio di ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia, come una dieta più sana e la pratica regolare di attività fisica.
In caso non bastasse, i medici hanno a disposizione un’ampia gamma di farmaci efficaci contro l’ipertensione, che possono essere usati da soli o in associazione tra loro. 07
OMS: le malattie cardiovascolari. https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/cardiovascular-diseases-(cvds).
Roth GA, et al. J Am Coll Cardiol. 2020 Dec 22; 76(25): 2982–3021.
Istituto Superiore di Sanità. Il colesterolo (https://www.epicentro.iss.it/colesterolo/).
Olivieri C, et al. L’Endocrinologo 2022;23:182–188.
Progetto Cuore, Istituto Superiore di Sanità. Colesterolemia (https://www.cuore.iss.it/prevenzione/colesterolo).
Progetto Cuore, Istituto Superiore di Sanità. Pressione arteriosa (https://www.cuore.iss.it/prevenzione/ipertensione).
ISS Salute. Ipertensione arteriosa o pressione alta (https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/i/ipertensione-arteriosa-o-pressione-alta#link-approfondimento)
OMS: QeA. Hypertension. (https://www.who.int/news-room/questions-and-answers/item/noncommunicable-diseases-hypertension)