Emicrania, perché è fondamentale la diagnosi precoce

L’emicrania è una malattia debilitante di cui soffrono 6 milioni di persone. Fondamentale, anche se non sempre facile, è la diagnosi precoce.

L’emicrania è una malattia neurologica caratterizzata dalla presenza di mal di testa (cefalea) che può essere così intenso da rendere impossibile (a volte anche per più giorni) svolgere normali attività come lavorare, andare a scuola o avere una vita sociale. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’emicrania colpisce circa 6 milioni di italiani, ovvero il 12% della popolazione nazionale. L’impatto di questa malattia sulla vita delle persone che ne soffrono, come abbiamo già visto, può essere notevole: secondo l’OMS, infatti, l’emicrania sarebbe la principale causa di disabilità nelle persone con età compresa tra i 20 e i 50 anni, andando a colpire la fase della vita in cui si dovrebbe essere più sani e produttivi.

Diagnosi precoce e nuove terapie

La diagnosi precoce è di fondamentale importanza nel trattamento dell’emicrania, poiché può ridurre il rischio che la malattia peggiori nel tempo. Prima si effettua la diagnosi, infatti, e minori sono le probabilità che l’emicrania diventi cronica, o che chi ne soffre arrivi ad usare una quantità eccessiva di farmaci antidolorifici.

Secondo la Società italiana per lo studio delle cefalee (SISC), grazie all’ampliamento delle conoscenze sui meccanismi biologici alla base del dolore emicranico, oggi sono diventate disponibili nuove terapie a base di anticorpi monoclonali che stanno cambiando in modo radicale il trattamento della malattia.

Queste terapie sono efficaci sia nella forma episodica dell’emicrania (riducendo il numero di attacchi) sia nelle forme più gravi della malattia, come l’emicrania cronica e quella resistente ad altri farmaci usati in precedenza. Inoltre, la SISC sottolinea come gli anticorpi monoclonali per l’emicrania siano anche farmaci associati a un numero molto basso di effetti collaterali.

Emicrania: da non confondere con la cefalea

A volte la diagnosi di emicrania viene effettuata in ritardo poiché si scambia questa malattia per una delle diverse forme di cefalea. Sia emicrania sia cefalea, infatti, hanno come sintomo principale il mal di testa. 01 A differenza delle cefalee, però, l’emicrania è caratterizzata da un dolore pulsante e che interessa una sola parte del capo (emicrania, infatti, significa “metà testa”). 02 Inoltre, l’emicrania può essere accompagnata dall’aura, ovvero una serie di sintomi neurologici (per esempio disturbi della vista, della parola, della sensibilità o del movimento) che precedono l’attacco di mal di testa.

Le possibili cause dell’emicrania

L’emicrania è una malattia complessa, che rispecchia la complessità del sistema nervoso umano. Le sue cause non sono ancora del tutto note. Si sa che esiste una predisposizione genetica all’emicrania, tanto che questa malattia è ritenuta ereditabile nel 30-60% dei casi. Si è scoperto, poi, che nell’insorgenza degli attacchi hanno un ruolo la dilatazione dei vasi sanguigni della testa e la presenza di infiammazione, ma anche fattori metabolici. Tra le molecole cerebrali più importanti nell’insorgenza degli attacchi di mal di testa ci sono la serotonina e il peptide associato al gene della calcitonina (CGRP) entrambi importanti bersagli delle terapie per l’emicrania. 03

Come diagnosticare l’emicrania?

La diagnosi di emicrania non richiede esami particolari: al medico è sufficiente interrogare la persona con mal di testa e raccogliere tutti i possibili indizi della presenza della malattia. Questi sono:

  • presenza di mal di testa pulsante, localizzato da un solo lato del capo;
  • dolore di intensità da moderata a grave (da 5 a 10 su una scala a 10 punti), che peggiora con l’attività fisica;
  • presenza di nausea, vomito o sensibilità alla luce e ai rumori. 04

Per effettuare una corretta diagnosi, a volte i medici fanno compilare al paziente, per qualche settimana, un “diario del mal di testa”, nel quale vengono annotate informazioni il più dettagliate possibile sugli episodi di cefalea. 05

Obiettivo: accorciare i tempi di diagnosi

Eppure, nonostante la possibilità di avere accesso a terapie sempre più efficaci, oggi in Italia servono in media otto anni per avere una diagnosi precisa e, di conseguenza, cure adeguate. Per sollevare questo problema, gravissimo anche perché nel nostro Paese esistono centri di eccellenza nel trattamento delle cefalee, è stato lanciato il “Progetto Emicrania Accesso alle Cure 2022”. Gli artefici dell’iniziativa sono EMHA (European Migraine and Headache Alliance), con il supporto di Motore Sanità, nell’ambito della campagna europea dal titolo “My life: the waiting room” (La mia vita: una sala d’attesa).

Obiettivo del progetto è far sì che venga emanato in tempi brevi il decreto di attuazione della Legge per il riconoscimento della cefalea cronica come malattia sociale invalidante. In questo modo, si potrà avviare un piano di presa in carico dei pazienti con metodi innovativi e attivare servizi di supporto piscologico e gruppi di aiuto per chi soffre. Riducendo drasticamente, con un approccio multidisciplinare, il tempo per arrivare a una diagnosi.

Centri cefalee in Italia

Per accorciare i tempi di diagnosi, è quindi fondamentale rivolgersi per tempo ai Centri Cefalee in Italia, disponibili sul sito della Società Italiana per lo Studio delle Cefalee e sul sito dell'Associazione Neurologica Italiana per la Ricerca sulle Cefalee:

https://www.sisc.it/ita/centri-cefalee-in-italia/

https://www.anircef.it/2019/01/26/centri-per-la-cura-delle-cefalee/


Bibliografia

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    Hainer BL, et al. Am Fam Physician. 2013;87(10):682-687.

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    Onan D, et al. J Headache Pain. 2023;24(1):92.

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    Aguilar-Shea AL, et al. Aten Primaria. 2022;54(2):102208.

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